Palazzo delle Aquile
Il Palazzo Pretorio, noto anche come Palazzo delle Aquile, si trova in piazza Pretoria, sul confine del quartiere Kalsa, vicino ai Quattro Canti.
È la sede di rappresentanza del Comune di Palermo.
Epoca aragonese
In epoca aragonese il titolo di pretore equivaleva a quello di bajulo. Nel 1322 il sovrano Federico III riconosce la necessità di erigere una sede idonea destinata alle assemblee cittadine, esigenza supplita con riunioni in luoghi di culto (Chiesa di San Francesco d'Assisi).
Sorto nell'attuale sede nel XIV secolo secondo alcune fonti ad opera di Federico II d'Aragona,[3][5] intorno alla fine del Quattrocento venne interamente ricostruito per iniziativa del pretore Pietro Speciale, signore di Alcamo e di Calatafimi, sotto la direzione dei lavori di Giacomo Benfante, secondo la tesi di Giovanni Meli i lavori iniziarono nel 1470 e si conclusero nel 1478.
Epoca spagnola
Le trasformazioni e i rifacimenti che si susseguirono nel corso del Cinquecento e del Seicento avevano trasformato l'edificio in una vera e propria stratificazione di stili architettonici. In origine il portale principale si affacciava sul piano di San Cataldo inserito nel prospetto rivolto a meridione descritto come un loggiato delimitato da torri laterali, manufatto ornato dalle statue dei due Litiganti ignudi, copie romane di atleti greci, una attualmente è collocata nella Sala Rossa.
Durante i lavori di ampliamento fu rifatto l'attuale prospetto principale nel 1553, perfezionato nel 1597, manufatto volto a celebrare la riunificazione di tutti gli uffici civici, fino a quel momento sparsi sull'intero territorio cittadino.[6] L'utilizzo del prospetto a settentrione come ingresso principale avviene verosimilmente in concomitanza del processo di risistemazione del Piano Pretorio, del prolungamento del Cassaro e dell'installazione della celebre fontana. La nuova disposizione del sito con le opere d'arte installate costituivano la degna cornice per la rigenerata struttura, sintesi della potenza e dello splendore del regno, tutti elementi caratterizzati da competizione in ambito artistico fra capitali del panorama europeo, ambizione verso il bello e grandioso non scevro da propensione ad una spiccata prodigalità.
Nuovamente ristrutturato da Mariano Smiriglio nel 1615 - 1617. Nel 1661 sul cornicione fu collocata la statua della patrona della città, Santa Rosalia, opera di Carlo D'Aprile.
Epoca austriaca
Il Senato o Magistratura Municipale Annonaria provvede all'amministrazione patrimoniale della città. L'istituzione è presieduta da un capo col titolo di pretore e sei senatori in carica per due anni. L'organo è eletto dal Consiglio Civico, consesso formato da 110 cittadini aventi una rendita annua di 50 onze, in carica per quattro anni. Il 15 agosto 1722 l'imperatore Carlo VI d'Asburgo conferì ai suoi componenti la Grandia di Spagna di prima classe e il titolo di Eccellenza.[7] Il consiglio è affiancato da sette nobili ufficiali: maestro notaio, maestro razionale, tesoriere, cancelliere, marammiere, conservatore delle armi e un archiviario.
Epoca borbonica
Il 3 aprile 1746 il re Carlo III di Borbone conferisce al Senato la Magistratura Suprema, Generale, Unica ed Indipendente della Salute, organo composto dal pretore con funzione di Presidente, sei senatori pro tempore, l'arcivescovo di Palermo, un ecclesiastico, quattro ex-pretori, due giureconsulti, quattro ex-senatori, tre medici, un cancelliere, tutti componenti nominati a vita e reintegrati alla bisogna dal Senato e dalla Deputazione.[8]
L'intero complesso monumentale subì un ampliamento dopo il terremoto di Pollina del 5 marzo 1823.
Epoca Unitaria
Dopo la Presa di Palermo del 1860 fu sede del governo dittatoriale di Garibaldi e una targa ricorda l'evento. Nel 1875, l'architetto Giuseppe Damiani Almeyda lo reinterpretò in stile neorinascimentale, rivestendolo all'esterno con un bugnato color ocra e lo definì Palazzo delle Aquile[9].
Nel 1877 il Piano Pretorio fu raccordato al livello della Via Maqueda con un'elegante gradinata delimitata da due sfingi in marmo di Billiemi, opera dello scultore Domenico Costantino.
Epoca contemporanea
Dall'Unità d'Italia, nella Sala della Lapidi si tengono le riunioni del consiglio comunale, nella Sala Gialla quelle della Giunta, mentre quella del sindaco è detta Sala Rossa.
L'antico orologio del palazzo, fermo dagli anni 1980, è stato rimesso in funzione nel 2014.
Costruzione:
1300
Stile:
Neorinascimentale